Fiere dell’orientamento: epilogo

Il principale obiettivo che si ottiene quando si partecipa a queste fiere è aumentare la popolarità del vostro istituto.

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In conclusione a questa serie di articoli riguardanti le giornate orientative, che speriamo siano stati utili a chiarire quello che è il mondo delle fiere post-diploma e cosa ci si deve aspettare da una partecipazione a questa tipologia di appuntamenti, possiamo fare alcune riflessioni.

Quando si partecipa a tali eventi bisogna mettere in conto che se si vuole sfruttare appieno la manifestazione serve pianificazione:

  • Pensare a come presentare l’offerta formativa, tenendo presente in che periodo si svolge l’evento: meglio un contenuto organico e “istituzionale”, o un contenuto leggero e “social”?
  • Valutare chi dovrà essere presente allo stand, in base alla tipologia di insegnamento proposto: meglio una persona matura e depositaria di sapere, o una persona giovane e coetanea dello studente?
  • Formare, con una serie di linee-guida, gli operatori presenti allo stand; avere omogeneità, competenza e completezza nelle risposte è fondamentale quando ci si interfaccia con qualche migliaio di studenti al giorno: risposte vaghe o non funzionali agli obbiettivi preposti possono penalizzare non poco tutti gli altri sforzi fatti per essere impeccabili.
  • Essere pronti (ed anzi, incentivare) a relazionarsi con i professori: una buona esposizione del vostro istituto, e la capacità di recuperare i contatti degli insegnanti/accompagnatori, può rivelarsi molto utile nella fase post-campus: costruire un ponte tra voi e un professore all’interno della scuola superiore vi permetterà di mantenere aperta la comunicazione anche al di fuori delle fiere, soprattutto se il campus si svolge nel periodo autunnale/invernale.

Un’ultima cosa sulla partecipazione ai campus: se pensate che la vostra presenza si possa convertire in un aumento significativo delle iscrizioni, state sbagliando. Il principale obiettivo che si ottiene quando si partecipa a queste fiere è aumentare la popolarità del vostro istituto. Quindi stiamo parlando per lo più di azioni mirate di branding; è vero, molto materiale informativo viene dispensato tra vari stand ma tutto ciò serve a corroborare la percezione dell’importanza dell’istituto o dell’università agli occhi dello studente (solo in alcuni casi si fa vera informazione, penso agli speech programmati e ai colloqui di orientamento).

Una maggiore notorietà per la vostra scuola si ripercuoterà sull’aumento degli accessi al vostro sito, dei like sulla pagina FB o alle pagine web che trattano di argomenti correlati. Per questo è bene tenere aggiornato il sito e profili social durante e dopo le date dei campus, in quanto vi sarà un aumento delle visite fisiologico ed è buona norma tenere monitorate le statistiche degli accessi sui propri siti per poter valutare i risultati della propria comunicazione.

Tutte queste iniziative sono correlate (presenza ai campus > maggiore notorietà > più accessi web) e propedeutiche a ciò che è il vero goal dell’education marketing: le conversioni, o iscrizioni ai corsi. Le conversioni infatti le si otterrà in un secondo momento, quando lo studente avrà già un orientamento indicativo e si informerà più a fondo anche venendo a conoscere la vostra realtà formativa.

E questo ci porta al tema che tratteremo nel prossimo articolo: gli open day(s)!

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Edoardo Bianchi

Consulente Senior e fondatore di Education Marketing Italia. Quando lavoro con le persone mi occupo di Design Thinking, UX e progettazione strategica. Quando siamo io e lo schermo mi occupo di UX Design, content e copywriting.

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