Negli ultimi decenni la scuola è diventata uno specchio sempre più fedele della società: pluralità di lingue, culture, religioni e storie personali convivono quotidianamente nelle aule. Insegnare in classi multiculturali rappresenta oggi una realtà diffusa che pone importanti sfide ma offre anche straordinarie opportunità educative. Quelle opportunità già individuate nell’antica Grecia, dove il filosofo Diogene fu il primo a definirsi “cittadino del mondo”, così come Democrito che riconosceva in tale figura il saggio.
Spesso la parola multiculturalismo viene confusa con interculturalismo: mentre la prima indica una società in cui convivono culture differenti, la seconda riguarda lo scambio e il dialogo che fra queste ultime si viene a creare. In generale, si tende a riferirsi al multiculturalismo per indicare un modello che punta a una società più aperta, pluralista e democratica, in cui le differenze culturali vengono riconosciute come una risorsa e non come un ostacolo, in cui si realizzi un interculturalismo, ossia il dialogo tra le pluralità presenti.
Il multiculturalismo e interculturalismo a scuola
Nel contesto educativo, il multiculturalismo si manifesta nelle classi composte da studenti con origini diverse. In questo caso, la scuola ha il compito di garantire pari diritti, rispetto reciproco e inclusione, evitando discriminazioni e stereotipi.
Nella scuola si fa riferimento ad un’educazione interculturale già nel 1990, con la Circolare Ministeriale n. 205, che specifica che “l’educazione interculturale si basa sulla consapevolezza che i valori che danno senso alla vita non sono tutti nella nostra cultura, ma neppure tutti nelle culture degli altri; non tutti dal passato ma neppure tutti nel presente e nel futuro. Educare all’interculturalità significa costruire la disponibilità a conoscere e a farsi conoscere nel rispetto dell’identità di ciascuno in un clima di dialogo e di solidarietà”.
Le parole del pedagogista Massimiliano Fiorucci, fanno comprendere che “l’obiettivo non è soltanto integrare gli alunni stranieri, ma educare tutti alla convivenza nella diversità”. Avere tra i banchi alunni provenienti da realtà diverse modifica la didattica. Geneva Gay, docente all’Università di Washington, spiega che “l’insegnamento efficace in classi culturalmente diverse richiede una comprensione profonda delle culture da cui provengono gli studenti e dei modi in cui queste influenzano i loro processi di apprendimento”.
Le sfide da superare in classe
Secondo il rapporto 2023 di Save the Children, al termine del primo ciclo di istruzione, tra gli studenti stranieri di prima generazione, non raggiungono le competenze minime in italiano, matematica e inglese, il 26% (il doppio rispetto a quelli italiani).
Una delle principali sfide per la scuola che vuole cercare di creare inclusività, che si confronta con delle classi multietniche, è la difficoltà linguistica. Se vi sono studenti di diversa etnia è necessario che gli insegnanti facciano particolare attenzione al linguaggio utilizzato: oltre ad una opportuna semplificazione, si può ricorrere a delle strategie visive, come l’uso di immagini, video e mappe concettuali.
Possono, inoltre, emergere delle disuguaglianze educative, potrebbe infatti capitare che vi siano degli alunni provenienti da contesti socio-economici fragili, o che hanno subito delle esperienze traumatiche, che incidono sul benessere emotivo dell’alunno, e di conseguenza anche sul rendimento scolastico. È opportuno prestare attenzione al materiale fornito, nel caso in cui abbia dei riferimenti etnocentrici o proponga, seppur involontariamente, degli stereotipi culturali.
Le opportunità di una classe multietnica
Le classi multietniche presentano numerosi vantaggi, sia dal punto di vista educativo, che sociale-culturale. Nonostante alcune evidenti difficoltà relative all’inclusività, una classe multietnica si presenta come una preziosa risorsa per gli alunni. Una classe melting pot rappresenta, infatti, un’occasione per sviluppare delle competenze interculturali, fondamentali in una società globale. Attraverso la didattica si affrontano i contenuti da prospettive diverse, arricchendola, ad esempio, con i diversi punti di vista apportati dagli alunni provenienti da culture diverse.
Da non dimenticare il fatto che un ambiente scolastico inclusivo favorisce la cittadinanza democratica, educando gli studenti al rispetto dell’altro, elemento fondamentale in una società democratica e sempre più interculturale, nella quale nel futuro gli alunni saranno i cittadini adulti.
Imparare a rapportarsi con i pari di diversa cultura stimola l’empatia verso l’altro, oltre che il pensiero critico. Nel confronto l’alunno si pone delle domande circa il mondo che lo circonda, imparando a convivere con le diversità e a superare stereotipi e pregiudizi.
Il potere della cooperazione
Per avvicinare le culture non c’è attività migliore del lavoro cooperativo. L’insegnante ha l’arduo compito di creare un clima positivo che sia basato sull’inclusività, e questo può essere favorito dai lavori di gruppo e i laboratori che permettono agli alunni di collaborare e confrontarsi, permettendo in tal modo di sentirsi valorizzati, anche nell’esprimersi attraverso i valori della propria cultura.
Nel cooperative learning gli studenti non autoctoni possono trovare nei compagni un aiuto nella lingua per superare le barriere linguistiche in quanto la collaborazione con i pari stimola ad una produzione spontanea. Lavorare insieme a dei progetti consente di rafforzare i legami tra gli alunni e accorciare la distanza che potrebbe percepirsi, oltre che promuovere il rispetto reciproco.
Il coinvolgimento della famiglia è un aspetto da non trascurare, ecco perché si possono organizzare dei momenti di scambio culturale attraverso delle giornate a cui le famiglie degli alunni possono partecipare portando cibi locali, o raccontandosi. Incontri di questo tipo offrono il vantaggio di creare dei momenti interculturali spontanei che aiutano gli alunni a “sentirsi a casa”.
Il ruolo dell’insegnante
Facilitare è la parola d’ordine per l’insegnante che ha il compito di favorire l’inclusione e la socializzazione tra tutti gli studenti. È necessario che l’insegnante si informi sulla cultura degli allievi che ha in classe, in modo da interpretarne correttamente i comportamenti. Utilizzare le giuste strategie e i supporti idonei può evitare il silenzio e spingere alla partecipazione attiva. In generale è opportuno servirsi di materiale a “doppia entrata”, cioè sia in italiano che nella lingua madre dello studente.
Oltre ai supporti visivi (come mappe, immagini e video), il docente può ricorrere all’uso di app educative e piattaforme online che permettono una partecipazione attiva e personalizzata. Tra le app relative ad un apprendimento inclusivo consigliamo Quizlet (per creare quiz e flashcards in lingue diverse) e Padlet (lavagna digitale per attività collaborative).
Insegnare in classi multiculturali è una sfida impegnativa, ma anche una grande opportunità di crescita professionale e umana. Se adeguatamente sostenuta, la diversità diventa un valore aggiunto capace di trasformare la scuola in un luogo di incontro, apprendimento e costruzione di un futuro più inclusivo.