Il metodo Montessori arriva alla scuola media

L’adolescenza è un periodo particolare, come sosteneva già Maria Montessori, ideatrice del noto metodo che, dal prossimo anno scolastico, potrà essere adottato anche nelle scuole medie

Vota questo post

L’adolescenza è una fase delicata da vivere e un tema complesso per i pedagogisti. Maria Montessori, la madre di tutti i pedagogisti, l’ha definita come il vero centro dello sviluppo, il “terzo piano dell’educazione”. Il momento in cui si verifica “un’esplosione del cervello” e nasce una nuova e diversa esigenza di socialità.

Cos’è il metodo Montessori

Innanzitutto, vediamo nel dettaglio in cosa consiste il metodo Montessori, che generalmente viene adottato nelle scuole dell’infanzia e primaria.

Maria Montessori, personaggio chiave del sistema scolastico italiano, teorizza alla fine dell’800 un nuovo modo di educare i bambini a scuola, seguito ancora oggi da 65 mila scuole distribuite in 145 Paesi. Come si legge sul sito dell’Opera Nazionale Montessori, nelle scuole che seguono tale metodo, lo studente è al centro dell’azione scolastica che ne rispetta gli interessi e i tempi. Ogni alunno, infatti, gode di una programmazione individualizzata che permetta di conseguire dei risultati migliori. Durante il percorso “il bambino deve rimanere libero di esprimere la propria interiorità, e deve imparare a padroneggiare le diverse tecniche che gli consentano di esprimerla. Ogni bambino impara con naturalezza a rispettare le leggi comuni dettate dalla convivenza con gli altri e dalle stesse modalità di manipolazione dei materiali che gli vengono offerti”, così da sviluppare autonomia, autostima e indipendenza.

L’obiettivo del metodo è quello di educare le abilità cognitive, personali e sociali del minore, con l’aiuto del docente, che deve focalizzarsi sui bisogni del bambino. Il punto di partenza del metodo è lasciare il bambino libero di manifestare la spontaneità. L’adulto interviene solo per guidarlo verso il percorso migliore per conquistarla, seguendo la convinzione che l’esperienza e l’esplorazione autonoma, siano le vie migliori per apprendere. Di fondamentale importanza è l’ambiente nel quale il bambino si trova, che deve predisporre oggetti pedagogici da manipolare, responsabilizzando il minore a prendere coscienza delle proprie azioni. Ad esempio, nella scuola dell’infanzia, i bambini sono spinti ad apparecchiare e sparecchiare la tavola o a versare l’acqua in autonomia, senza che vengano sostituiti dagli adulti nel compiere tali attività.

 

La sperimentazione italiana nelle scuole medie

Negli ultimi anni sta crescendo la curiosità nei confronti del metodo Montessori anche nella scuola media. Nonostante Maria Montessori si fosse riferita, con il metodo, ai bambini in età della scuola dell’infanzia e della primaria, non ha dimenticato l’importanza dello sviluppo nella delicata età dell’adolescenza.

Applicare il metodo Montessori nella scuola primaria di primo grado permette di realizzare una continuità con il precedente ciclo di studi. Negli Stati Uniti, in Canada e Olanda, il metodo è già adottato da parte delle scuole private, anche nel secondo ciclo di studi. Nel nostro Paese, (il primo ad inserire il metodo nelle scuole pubbliche), si è appena concluso un periodo di sperimentazione e ci si accinge, con l’anno scolastico in arrivo, ad attivare dei percorsi montessoriani nelle scuole medie.

Con il Disegno di Legge Valditara 924bis, le scuole medie possono fare richiesta di adottare il metodo nei propri programmi. Paola Frassinetti, sottosegretaria dell’Istruzione e del Merito, si è definita “molto soddisfatta di questo successo tutto italiano”. L’iniziativa nasce dopo anni di sperimentazione: la prima scuola a sperimentare il metodo Montessori nelle classi di una scuola media è stato l’Istituto Comprensivo Riccardo Massa di Milano, dal 2021. “La sperimentazione ha portato significativi miglioramenti nei risultati di apprendimento” ha spiegato Milena Piscozzo, Preside dell’Istituto, “gli studenti sono incoraggiati a osservare, sperimentare e lavorare in modo indipendente, favorendo uno sviluppo equilibrato della personalità, fondamentale per l’inclusione scolastica e l’orientamento”. In più, come aggiunge la Preside, “i test delle prove Invalsi delle sezioni Montessori sono superiori a quelli generali della scuola”.

Esempi di sperimentazione in Italia

Durante gli anni della sperimentazione del metodo Montessori alle scuole medie, gli istituti che vi hanno partecipato sono stati 25 (di cui 23 statali).

Le attività alternative sono state molteplici, diverse da scuola a scuola. Ad esempio, L’Istituto Riccardo Massa di Milano ha promosso delle lezioni in campagna e negli orti, per permettere la realizzazione di ricerche di approfondimento da parte dei ragazzi su determinate tematiche. Sono state realizzate attività culinarie ad opera dei ragazzi stessi, e attività di quartiere, come “panchine per la legalità”, (che ha permesso ai ragazzi di partecipare alla creazione di targhe commemorative di vittime della mafia apposte sulle panchine della città), e collaborazioni con il centro disabili.

L’Ic Senigallia-Centro Fagnani, ha invece organizzato delle lezioni in spiaggia. L’Istituto Pini-Montessori di Roma ha promosso la “caccia delle parole al mercato” per scoprire vocaboli nuovi, ma anche sopralluoghi nelle strade della capitale per ammirare e comprendere la street art.

 

I criteri per adottare il metodo Montessori alle scuole medie

Ogni scuola può richiedere di adottare il metodo, nel rispetto di alcuni criteri organizzativi: orario scolastico prolungato DI 36 ore settimanali, refezione scolastica, laboratori per alunni e corsi di aggiornamento per insegnanti (come specifica l’articolo 5 del Decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito n. 237 del 30 luglio 2021).

Il primo saggio scritto da Maria Montessori sugli adolescenti risale al 1939, “Erokinder” (titolo olandese tradotto in “I ragazzi della terra”), centrato sull’educazione dei bambini che all’epoca lavoravano già come contadini in età scolastica. Oggi la situazione è totalmente cambiata, ma le attenzioni della Montessori all’universo adolescenziale possono essere utili anche nella società contemporanea. Trattare un adolescente come un bambino è errato: i teenager sono dei “neonati sociali”, che si avventurano in un nuovo tipo di socialità, necessitando quindi di un ambiente idoneo. Aristotele definisce l’uomo come un “animale sociale” perché naturalmente incline alla ricerca di rapporti umani. Questo vale anche per l’adolescente, che però si trova in una primordiale fase di esplorazione: non è adulto ma neanche bambino, non socializza più attraverso il gioco, ma attraverso nuove forme di socialità da scoprire. E in questo la scuola svolge un ruolo da protagonista. Maria Montessori pensava proprio di accompagnare l’entrata dell’adolescente nella nuova fase di vita applicando e riadattando quei principi validi nella scuola dell’infanzia e primaria, con l’obiettivo di aiutare il bambino ad essere autonomo.

Applicare il metodo in una scuola media vuol dire seguire delle accortezze specifiche:

  • Non vi è la presenza della cattedra e i banchi sono disposti ad isola, in modo da favorire il confronto, il lavoro cooperativo e l’acquisizione di competenze sociali;
  • Creare un ambiente idoneo alla stimolazione intellettiva, ad esempio arricchendolo con librerie e cartelloni alle pareti per la stimolazione visiva;
  • Evitare le lezioni frontali per favorire la collaborazione degli alunni;
  • Realizzare un piano di lavoro individualizzato;
  • Realizzare degli atelier che possono riguardare diversi temi (calligrafia, arte, attività manuali…);
  • Attribuire delle mansioni agli alunni: se nella scuola dell’infanzia, ad esempio, si può chiedere di sparecchiare la tavola, alle scuole medie si può invitare a pulire la lavagna, tenere in ordine la libreria, occuparsi della pulizia dell’aula, coadiuvare il docente nel fare l’appello…

I risultati ottenuti negli anni delle sperimentazioni lasciano ben sperare sull’utilità del metodo anche nelle scuole medie. Se con i più piccoli il metodo si pone l’obiettivo di aiutarli in una crescita autonoma, con gli adolescenti può promuovere uno sviluppo di una socialità genuina, e rendere l’individuo “l’animale sociale” che ci si aspetta sia nella società.

Non perderti le ultime novità dal mondo Education!

Iscriviti alla nostra newsletter

Ilenia Valleriani

Ho conseguito con lode la laurea specialistica in Comunicazione d’Impresa, successivamente alla laurea triennale in Scienze della Comunicazione, presso l’Università La Sapienza di Roma.

Insegnante nella scuola superiore di secondo grado, dal 2017 ho iniziato l’attività di content writer, in particolare sui temi del marketing e della comunicazione, per seguire la passione che coltivo sin da bambina: la scrittura.

Da luglio 2021 collaboro con il blog di Education Marketing Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Host Consulting srl - Via F.lli Recchi, 7 22100 Como - P.IVA 01434150197 | © 2025 | Privacy Policy - Cookies Policy
expand_less