Lo storytelling non è soltanto una tecnica narrativa usata nel cinema, nella letteratura o nel marketing: è diventato uno strumento didattico potente e versatile. Negli ultimi anni, numerosi studi hanno dimostrato che le storie favoriscono l’apprendimento, stimolano la memoria e promuovono la partecipazione attiva degli studenti. Vediamo perché funziona così bene anche nell’ambito didattico.
Che cos’è lo storytelling?
Quante storie ascoltiamo ogni giorno? Molteplici e forse neanche ce ne rendiamo conto: dal racconto dell’amico, a quello in tv, al vicino sull’autobus, e così via, uno storytelling senza sosta. Lo storytelling è proprio l’arte della comunicazione, ossia saper strutturare una storia per coinvolgere l’ascoltatore. Non è soltanto una tecnica moderna, essa infatti affonda le radici nell’antichità, quando i racconti orali venivano utilizzati dalle comunità per tramandare conoscenze e tradizioni. Con il passare dei secoli, lo storytelling si è evoluto attraverso la scrittura, il teatro, la stampa e, più recentemente, i media digitali, mantenendo però intatta la sua funzione principale: creare connessioni significative tra chi racconta e chi ascolta.
L’obiettivo è quello di coinvolgere la sfera emotiva in modo che gli eventi, trasformati in comunicazione, siano facilmente ricordabili. Il cervello sintetizza l’informazione quando gli viene presentata sotto forma di storia, così le esperienze reali tendono ad essere percepite con maggiore attenzione rispetto a delle fantasie. Per rendere una storia reale nella mente dell’interlocutore è essenziale stimolare i cinque sensi: raccontare cosa si vede, cosa si sente, si odora, si gusta e si tocca. Questo evoca a sua volta delle emozioni che attivano dei circuiti cerebrali consentendo di percepire l’evento raccontato come vero.
Come “raccontare” a scuola
Oggi lo storytelling è utilizzato in ambiti diversi, in particolar modo nel mondo della comunicazione e del marketing, ma anche in politica e nella psicologia (anche nella comunicazione psicoterapeuta e paziente). Recentemente sta trovando applicazione anche nell’ambito dell’educazione: nell’insegnamento si rivela uno strumento didattico efficace per trasformare concetti complessi in esperienze comprensibili, stimolando l’immaginazione, la partecipazione e la memoria degli studenti. Raccontare storie e invitare gli studenti a crearle, permette di dar vita a contenuti disciplinari alternativi, trasformando nozioni astratte in esperienze concrete, e andando a smussare il tradizionale trasferimento del sapere di tipo verticale (dall’insegnante all’alunno). Lo storytelling si mostra come uno strumento didattico che rende l’apprendimento più significativo e coinvolgente.
Attraverso le storie, gli alunni possono immedesimarsi nei personaggi, comprendere meglio cause ed effetti, affrontare punti di vista diversi, esplorare emozioni ed avere maggiore consapevolezza dei propri stati d’animo. In questo modo si sviluppano così non solo conoscenze, ma anche competenze trasversali come il pensiero critico, la creatività, la comunicazione e la collaborazione, il tutto con una maggiore dose di divertimento. Essere partecipi di una narrazione aumenta la motivazione, migliora la comprensione, potenzia la memoria a lungo termine e favorisce un clima di classe più inclusivo e collaborativo, favorendo i ragazzi con problemi di deficit di attenzione, che mostrano maggiore interesse. Partecipare alla narrazione permette un approccio attivo, gli studenti infatti non sono più solo ascoltatori ma anche creatori di storie, e questo a sua volta stimola un maggior coinvolgimento emotivo.
Concretamente, in classe, si può partire da specifiche attività:
- prendere come punto di partenza un libro, un’immagine o anche un oggetto
- chiedere agli alunni di immaginare degli eventi da costruire intorno all’elemento selezionato, immaginando anche dei personaggi che vi si collegano
L’insegnante ha il compito di guidare il processo, proponendo le strategie narrative, e accertandosi che si crei un clima collaborativo tra gli alunni.
Lo storytelling diventa digital
Nell’epoca in cui viviamo è impensabile non contemplare l’uso dei media digitali, in qualsiasi attività didattica. Internet è una presenza quotidiana e familiare per gli alunni, già dall’età dell’infanzia. I media digitali consentono una narrazione potenziata dagli strumenti multimediali, consentendo in tal modo di creare delle esperienze narrative arricchite da linguaggi diversi, capaci di stimolare la creatività e la capacità di utilizzo delle tecnologie. Potremmo azzardare un parallelismo con il pensiero della “remediation” dei sociologi Bolter e Grusin: così come i nuovi media, attraverso Internet, hanno potenziato i tradizionali mass media, allo stesso modo, i nuovi media potenziano la capacità narrativa, arricchendola di aspetti creativi aggiuntivi.
Il digital storytelling si distingue, infatti, per alcune caratteristiche fondamentali: la multimedalità, perché integra diversi canali comunicativi (visivo, uditivo, testuale); l’interattività, in quanto permette agli studenti di essere protagonisti della costruzione del contenuto, e, infine, l’accessibilità, grazie a strumenti semplici e spesso gratuiti, anche gli studenti più giovani possono produrre contenuti complessi.
Queste caratteristiche rendono il digital storytelling in ambito scolastico uno strumento didattico potente perché:
- Coinvolge attivamente gli studenti: la creazione di una storia digitale richiede pianificazione, scrittura, raccolta di materiali, montaggio e revisione, trasformando l’apprendimento in un processo attivo e partecipato
- Sviluppa competenze digitali: l’uso di software di editing video, applicazioni per il fumetto digitale, podcasting o presentazioni interattive potenzia la digital literacy (l’insieme di competenze che permettono di usare in modo consapevole le tecnologie digitali), sempre più centrale nelle competenze del XXI secolo
- Rafforza la capacità di comunicazione: gli studenti imparano a strutturare un messaggio efficace, chiaro e coerente, e a scegliere i linguaggi più adatti per raccontarlo
- Favorisce inclusione e collaborazione: i progetti di digital storytelling possono essere svolti in gruppi, combinando abilità diverse (scrittura, disegno, montaggio, registrazione audio), permettendo a ciascuno di contribuire secondo le proprie inclinazioni
- Aumenta motivazione e autostima: la produzione di un contenuto multimediale completo consente agli studenti di provare un senso di realizzazione e di esprimersi in modo autentico.
Il digital storytelling funziona proprio perché unisce emozione, tecnologia e narrazione, tre elementi che potenziano la capacità di apprendimento. Grazie alla tecnologia, gli studenti diventano autori e non semplici fruitori, come ad esempio nelle seguenti attività da proporre in aula:
- Creazione di video-narrazioni su temi storici, geografici o scientifici
- Podcast narrativi che raccontano personaggi storici, esperienze personali o riflessioni su temi sociali
- Fumetti digitali per spiegare concetti complessi in chiave visiva
- Storie interattive realizzate con piattaforme che permettono scelte multiple e percorsi narrativi ramificati
- Diari di bordo digitali per documentare progetti, esperimenti o percorsi di apprendimento.
Integrare lo storytelling nella didattica significa offrire agli studenti un’opportunità per scoprire se stessi, dare voce alle proprie idee e costruire un rapporto più autentico e profondo con il sapere, fondato sulla creatività e lo spirito critico.