Nell’era digitale, quella in cui Internet ha cambiato il nostro modo di vivere, non è sempre facile gestire la molteplicità di informazioni e notizie che ci piovono addosso. Viviamo bombardati da dati, in una continua sovrabbondanza informativa: un costante flusso di informazioni, che se da un lato rappresenta delle opportunità, dall’altro potrebbe comportare il rischio di distorsione della realtà, nociva per la salute della democrazia. Si tratta di dati che non sempre sono veritieri, e se già per un adulto è difficile muoversi tra verità e fake news, per un adolescente lo è ancor di più. Difendersi dall’infodemia, (la quantità eccessiva delle informazioni che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento), è fondamentale per sviluppare una cittadinanza digitale.
L’importanza del pensiero critico per il futuro della democrazia
L’unico modo per difendersi dalle criticità del web è sviluppare un pensiero critico che determini una cittadinanza consapevole e responsabile, che consenta di partecipare ad una vita digitale, aspetto imprescindibile della società del futuro, oltre che di quella attuale.
La pluralità dei media digitali è senza dubbio una conquista democratica perché permette di dare voce a molti attori, ma non sempre si tratta di pensieri autorevoli, come poteva essere in passato con la stampa cartacea. Spesso le notizie sono influenzate da fattori politici e economici, che possono avere effetti manipolatori. Vagliare le informazioni ed essere capace di captare le fake news è, dunque, un requisito fondamentale del cittadino.
Nel report del World Economic Forum 2015, il pensiero critico è specificato tra le 16 skills da acquisire per il futuro, definito come l’abilità di identificare e ponderare situazioni, idee e informazioni per formulare risposte e soluzioni.
Michael Scriven e Richard Paul, esperti di Critical Thinkig, definiscono il pensiero critico come “il processo intellettualmente disciplinato di concettualizzare, applicare, analizzare, sintetizzare e/o valutare attivamente e abilmente le informazioni raccolte da, o generate da, osservazione, esperienza, riflessione, ragionamento o comunicazione, come guida alla credenza e all’azione. Nella sua forma esemplare, si basa su valori intellettuali universali che trascendono le divisioni disciplinari: chiarezza, accuratezza, precisione, coerenza, pertinenza, evidenza solida, buone ragioni, profondità, ampiezza ed equità”.
Il sistema educativo come incentivo al pensiero critico
Il sistema educativo ha il compito di stimolare le domande negli alunni e la ricerca delle risposte, ciò che potremmo spiegare con le parole del filosofo Immanuel Kant, “da me non imparerete la filosofia, ma a filosofare, non a ripetere pensieri, ma a pensare”.
La scuola assume un ruolo strategico che può potenziare il pensiero critico con percorsi mirati in modo da promuovere l’uso etico dei media. Sviluppare un pensiero flessibile e riflessivo aiuta a raccogliere informazioni, a valutare pro e contro di un argomento e a formare il proprio giudizio.
È proprio la scuola che può formare gli individui di domani dotandoli di strumenti cognitivi che permettano loro di nuotare nel mare delle informazioni, ponendosi domande e decostruendo le narrazioni.
In un articolo dell’American Psychological Association (APA), si legge che 21 stati americani hanno adottato misure formali per l’alfabetizzazione mediatica, in quanto la maggior parte dei programmi scolastici non insegna le competenze per riconoscere il falso. Il deputato della California, Marc Bernan, ha giustificato i provvedimenti spiegando che “non possiamo obbligare gli adulti a tornare a scuola e a seguire dei corsi di alfabetizzazione mediatica, ma possiamo garantire che i nostri giovani acquisiscano le competenze di cui hanno bisogno per il mondo di oggi”. Inoltre, l’APA sottolinea che un’interiorizzazione distorta delle informazioni può avere conseguenze sulla salute psicologica e influenzare lo sviluppo cognitivo/morale.
Lo sviluppo di un pensiero critico che parta dalla scuola non è solo auspicato ma necessario: è allarmante, infatti, la ricerca condotta dal prof. emerito della Standford University, Sam Wineburg, nel 2021. La metà degli studenti intervistati negli USA, riteneva che, un video postato su Facebook, girato in Russia, fosse una prova forte e sicura di frode elettorale negli Stati Uniti.
Strategie per sviluppare il pensiero critico in aula
La scuola può fornire gli strumenti giusti per aiutare lo studente a comprendere come muoversi tra le notizie, attraverso delle esercitazioni mirate con l’obiettivo di promuovere una responsabilità informativa. Vediamo quali sono le attività più utili da mettere in atto:
- Informare sul sistema ISSN (International Standard Serial Number), un codice di numerazione internazionale che identifica le pubblicazioni periodiche, sia cartacee che digitali. Il codice non garantisce la qualità dei contenuti ma il rispetto degli standard minimi internazionali di pubblicazione. Il sistema è, inoltre, spesso integrato con i cataloghi bibliotecari e le piattaforme accademiche;
- Consultazione delle fonti bibliografiche, per educare al controllo delle banche dati scientifiche, archivi storici e fonti primarie, oltre che la consultazione delle note a piè di pagina;
- Per confermare l’attendibilità della fonte, invitare gli studenti ad osservare come si presenta l’articolo, se ben scritto e senza errori, se ci sono immagini e link;
- Controllare gli indirizzi URL. Ad esempio, i seguenti sono considerati attendibili: .com, .it, .co.uk, .net, .gov, .org, .edu;
- Riconoscere le testate giornalistiche autorevoli, italiane e internazionali, che effettuano una verifica a monte delle fonti;
- Realizzare una ricerca di immagini di Google, per capire se una foto relativa ad un determinato argomento sia stata manomessa o distorta, attraverso il confronto con la stessa, eventualmente utilizzata anche da altri siti;
- Effettuare una ricerca dell’autore dell’articolo, per capire se ha realizzato altre produzioni e per quali siti;
- Assegnare agli alunni delle ricerche online su determinati argomenti con l’obbligo di specificare la necessaria presenza delle fonti affidabili e verificate;
- Chiedere agli studenti come e dove cercano le informazioni di cui necessitano, spingendoli alla riflessione e a porsi delle domande: chi l’ha prodotta? Con quali intenzioni? Chi è il destinatario? Il contenuto è in contrasto con altri documenti?
- Abituare gli studenti a riflettere sulla differenza fra opinioni e fatti: i secondi sono supportati da prove;
- Valutare l’attendibilità degli articoli letti utilizzando la classifica delle testate giornalistiche elaborate da Ad fontes media news bias, che permette di valutare l’affidabilità delle notizie attraverso delle categorie: fatti riportati grazie al giornalismo investigativo, numero di fatti riportati, conclusioni, completezza della storia.
È importante crescere dei giovani che sappiano muoversi nella giungla di stimoli informativi. Viviamo in una società dove, attualmente, il calo di fiducia nella scienza è allarmante, dove le opinioni si moltiplicano, e nella quale, davanti ad una tastiera è estremamente semplice veicolare qualsiasi tipo di contenuto da parte di chiunque. Solo un’educazione mirata può rendere i giovani attenti e consapevoli nella scelta della propria informazione, che in ogni caso non può prescindere dall’uso di Internet.