Il valore dei viaggi d’istruzione

Per gli alunni il viaggio d’istruzione è un momento di puro svago, in realtà rappresenta un momento di apprendimento prezioso che non va sottovalutato

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Non chiamatele gite! Parliamo di viaggi d’istruzione, come sottolineano i docenti riprendendo gli alunni! Il viaggio d’istruzione non è una vacanza ma un vero e proprio momento formativo, inserito all’interno della programmazione scolastica, con oculatezza.

Indipendentemente da come lo si voglia chiamare è senza dubbio il momento preferito degli alunni durante l’intero anno scolastico. Non si tratta solo di divertimento, il viaggio d’istruzione ha dei risvolti positivi per la formazione dei giovani.

 

Il viaggio d’istruzione come forma di apprendimento

I viaggi con la classe sono dei momenti di apprendimento fuori dall’ambiente scolastico, ma non per questo meno importanti. Già negli anni ’60 lo psicologo come Bandura sosteneva che l’esperienza è un aspetto chiave per lo sviluppo della persona.

Questo concetto viene approfondito dalla pedagogia esperienziale di David Kolb, pedagogista statunitense che, prendendo spunto dalle teorie dei padri del settore, come Piaget, Dewey e Lewis, conferisce un ruolo centrale all’esperienza nell’apprendimento. L’apprendimento è considerato come il processo in cui la conoscenza avviene attraverso l’osservazione e non la passiva acquisizione di nozioni.

Kolb si rifà al pensiero di Dewey nel momento in cui quest’ultimo sostiene che il processo conoscitivo prenda spunto dallo schema “esperienza-riflessione-apprendimento”, e dal pensiero di Piaget quando sostiene che la conoscenza non deriva dalle percezioni ma dalle azioni, e che gli schemi si modificano, appunto, con l’esperienza. I vissuti dell’individuo vengono assimilati mentalmente e successivamente adattati ad altre esperienze. Da qui Kolbe ne ricava l’idea che l’individuo si forma attraverso un processo del sapere, dove il modo in cui si giunge al sapere completa il contenuto stesso. Da Lewin, invece, riprende l’assunto secondo cui l’esperienza vissuta in gruppo può modificare comportamenti e reazioni del singolo.

Tutti questi concetti, opportunamente rielaborati, si adattano all’apprendimento che si realizza durante il viaggio d’istruzione. Il viaggio con la scuola corrisponde perfettamente alla teoria dell’apprendimento esperienziale: va oltre la lezione frontale, stimola l’immaginazione, la memoria e attiva processi cognitivi profondi.

 

I vantaggi che offre il viaggio d’istruzione

Il viaggio d’istruzione permette di trasformare la teoria in pratica, e di vedere direttamente con gli occhi ciò che si è studiato sui libri, ad esempio, visitando un museo, un sito archeologico o dei laboratori scientifici. Offre notevoli competenze trasversali, che arricchiscono la formazione dello studente a 360 gradi, attraverso occasioni di crescita culturale e sociale. Generalmente, al rientro in classe, si osserva negli alunni un maggiore coinvolgimento verso gli argomenti, che si traduce spesso in un miglioramento del rendimento scolastico.

Il viaggio d’istruzione permette di migliorare le competenze trasversali, le cosiddette soft skills fondamentali nello sviluppo della persona. Ad esempio, permette di migliorare le competenze sociali perché si rafforzano i legami con i compagni e con i docenti. Si stimola il rispetto reciproco, la collaborazione e il lavoro di gruppo, oltre che una comunicazione migliore. Il lungo contatto fuori dalla scuola potrebbe generare conflitti, che in tal modo si può imparare a risolvere sviluppando il senso di comunità e l’empatia.

Lo studente, nel viaggio, affina la sua autonomia e la responsabilità personale, che riguardano la gestione degli orari e delle indicazioni ricevute, stimolando la capacità di problem solving. Imparare a gestire nuovi tempi e regole in una situazione nuova è sicuramente motivo di crescita per i ragazzi. Questo consente di sviluppare una nuova capacità di adattamento e di flessibilità a situazioni fuori dalla propria comfort zone, senza la presenza dei genitori.

La situazione vissuta con il viaggio d’istruzione può innescare una crescita emotiva nei giovani, perché per necessità porta l’alunno ad essere tollerante nel gruppo e inclusivo verso altre culture con le quali si può venire a contatto nel viaggio. In tal modo si affina la capacità emotiva di analisi delle proprie emozioni.

 

Cosa prevede la normativa italiana circa l’organizzazione del viaggio d’istruzione

Le istituzioni scolastiche hanno ampia autonomia nell’organizzazione dei viaggi d’istruzione, secondo i criteri previsti dal Collegio docenti e Consiglio d’istituto, come previsto dal DPR n. 275 del 1999 e n. 347 del 2000.

Da una ricerca Didatour emerge che nel 2023-2024, le mete preferite dalle scuole italiane sono state le città d’arte per il 49% delle classi primarie, 77% delle secondarie di primo grado e 59%. Le città più visitate sono, nell’ordine: Firenze, Napoli, Roma, Trieste, Venezia, Milano, Perugia, Torino.

Accompagnare le classi in viaggio non rientra tra le attività obbligatorie del docente, per questo a volte individuare degli accompagnatori può risultare difficile. Anche nel caso degli insegnanti di sostegno, quest’ultimi non sono tenuti a seguire l’alunno di riferimento, ma la scuola è tenuta ad individuare in ogni caso un accompagnatore, perché gli alunni con difficoltà motorie e psichiche hanno diritto di partecipazione.

Il maggior problema connesso ai viaggi d’istruzione è il fatto che possa accentuare le differenze socio-economiche tra gli alunni: nel 2023, il 48% degli studenti dichiara di non essere partito a causa dei costi economici dei viaggi programmati. Una situazione alla quale il Governo italiano cerca di trovare soluzione con lo stanziamento di fondi a sostegno delle famiglie con maggiori difficoltà economiche, erogati sulla base della situazione ISEE, attraverso dei bandi annuali.

Valditara, ministro del Ministero dell’Istruzione e del merito, ha dichiarato che la difesa al diritto allo studio è una priorità, specificando che vi rientra anche l’opportunità di partecipare ai viaggi d’istruzione, definiti come “importanti occasioni di apprendimento e di crescita umana e civica. È per questo che sosterremo concretamente il ritorno al loro pieno utilizzo, nel rispetto dell’autonomia scolastica, anche per raggiungere un completo recupero della socialità dei ragazzi dopo le limitazioni imposte dalla pandemia”.

 

I viaggi d’istruzione riescono a coniugare il divertimento che gli alunni cercano senza accorgersi di apprendere. Diventano dei laboratori all’aperto, un perfetto ponte tra l’aula e il mondo esterno, andando oltre il mero divertimento. Grazie al metodo dell’apprendimento esperienziale, gli studenti non si limitano ad apprendere nozioni passivamente, ma diventano protagonisti attivi del proprio percorso educativo, mettendo in atto una conoscenza che nasce dall’osservazione diretta e dall’interazione con il mondo reale. Essi contribuiscono a formare non solo studenti più motivati, curiosi e autonomi, ma cittadini consapevoli, aperti al dialogo e pronti a confrontarsi con le sfide del mondo contemporaneo.

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Ilenia Valleriani

Ho conseguito con lode la laurea specialistica in Comunicazione d’Impresa, successivamente alla laurea triennale in Scienze della Comunicazione, presso l’Università La Sapienza di Roma.

Insegnante nella scuola superiore di secondo grado, dal 2017 ho iniziato l’attività di content writer, in particolare sui temi del marketing e della comunicazione, per seguire la passione che coltivo sin da bambina: la scrittura.

Da luglio 2021 collaboro con il blog di Education Marketing Italia.

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