Scuola e il diritto alla disconnessione per rispettare la vita privata

Essere sempre connessi non è salutare. Anche a scuola si può e si deve esercitare il “diritto alla disconnessione” per conciliare vita lavorativa e personale.

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La tecnologia in questi anni ha rivoluzionato e continua a rivoluzionare il mondo del lavoro. Gli strumenti digitali hanno aumentato l’efficienza e la flessibilità di datori di lavoro e dipendenti. La presenza pervasiva di smartphone, tablet o pc portatili ha reso immediate le comunicazioni professionali, anche nel mondo della scuola. Tuttavia, si riscontrano anche conseguenze ed effetti collaterali: questa facilità giustifica una pronta risposta, senza limiti di orario, ad ogni tipo di richiesta e necessità?

La tendenza dell’ultimo decennio verso l’uso sempre più pervasivo della tecnologia ha decisamente subito un’impennata, complici i periodi di lockdown e le norme di distanziamento. Siamo ormai abituati ad un’informazione celere, che raggiunge tutti e in qualsiasi momento della giornata, senza limiti di tempo. Ma il cosiddetto always on, essere sempre connessi, non è salutare.

 

Che mezzi si usano per le comunicazioni scolastiche? 

Anche nella scuola si presenta questo fenomeno. Molteplici sono i canali di comunicazione utilizzati: il sito web, la casella di posta elettronica, Whatsapp, Telegram sono i mezzi usati con più frequenza.

Essi aiutano e danno supporto nell’organizzazione delle attività e sono funzionali nel garantire un costante aggiornamento riguardo qualsiasi tipo di informazione, ma possono causare confusione e frustrazione da più punti di vista.

La pubblicazione delle comunicazioni, siano esse formali attraverso il registro elettronico o il sito istituzionale della scuola, o informali attraverso mail o gruppi in chat di messaggistica, può avvenire in ogni giorno e ora della settimana, compresi weekend e festivi.

Di per sé questo comportamento non costituisce un problema ma comincia a diventarlo quando, anche involontariamente, porta i destinatari della comunicazione a sentirsi in dovere di recepire tutte le comunicazioni “il più presto possibile” e quindi anche al di fuori del proprio orario di lavoro.

Inoltre, succede spesso che la convocazione di un consiglio di classe, di un collegio docenti, o la partecipazione ad una attività scolastica sia comunicata su chat in cui le informazioni si susseguono in modo caotico e poco ordinato, spesso in mezzo ad altri messaggi il cui contenuto si allontana da ciò che origina il dibattito.

 

Per mantenere gli studenti attivi e coinvolti, durante i periodi di didattica a distanza le nuove tecnologie sono diventate indispensabili e ciò ha portato il numero di notifiche e avvisi ricevuti sui device ad aumentare in modo considerevole. E così, un po’ per abitudine, un po’ per dovere, gli insegnanti si sono ritrovati a stare connessi e online ancora più tempo rispetto a prima.

Si è dunque sentito il bisogno di riconoscere formalmente il diritto di disconnettersi dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche utilizzate per svolgere la prestazione lavorativa.

 

Come controllare la situazione: le normative nella scuola

Lo si è fatto, come descrive in modo approfondito l’articolo di Orizzontescuola.it, attraverso il CCNL “Istruzione e Ricerca” 2016-2018 (nota), all’art 22 comma 4, c8. Qui viene riportata la definizione del Diritto alla disconnessione chiarendo i punti imprescindibili:

  • il lavoratore dipendente NON dovrà rimanere connesso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7;
  • non si è responsabili del mancato malfunzionamento della rete che crea disagi soprattutto quando i docenti devono usare il registro elettronico e sono costretti a continuare il lavoro da casa;
  • è la contrattazione della scuola a definire regole certe e fasce orarie protette in cui il personale dovrà essere reperibile.

Secondo il CCNL, non è possibile utilizzare WhatsApp, in sostituzione degli adempimenti previsti dalla legge, quale ad esempio la pubblicazione sul sito web istituzionale della scuola di una circolare. Tuttavia, tra i lavoratori della scuola, si possono concordare modalità di comunicazioni non istituzionali.

Inoltre, tutte le comunicazioni inviate ufficialmente dal Dirigente fuori dall’orario previsto dal contratto possono (devono) essere ignorate nel periodo di disconnessione. Questo non comporta nessuna responsabilità disciplinare.

La conciliazione tra lavoro e vita familiare, quindi, va garantita attraverso la ricerca e la definizione da parte delle istituzioni scolastiche di modalità di comunicazione condivise e rispettose delle “libertà fondamentali delle persone”.

 

Il diritto alla disconnessione per tutti i lavoratori

La tematica del diritto alla non reperibilità al di fuori dall’orario lavorativo non è esclusivamente italiana. Anche il Parlamento europeo vuole proteggere questo diritto che riguarda tutti i lavoratori: si è espresso in merito al diritto alla disconnessione con la Risoluzione del 21 gennaio 2021 attraverso cui ha invitato gli Stati Membri a riconoscere questo diritto come fondamentale.

Il testo sottolinea come la crescente aspettativa che i lavoratori siano raggiungibili in qualsiasi momento possa influire negativamente sui diritti fondamentali dei lavoratori. È fondamentale preservare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, nonché sulla salute fisica e mentale.

Questo non vuol dire che il datore di lavoro non debba inviare al proprio dipendente una email al di fuori dell’orario di lavoro e dell’eventuale reperibilità; piuttosto, il lavoratore ha diritto a non aprire le email di lavoro durante le ore di disconnessione, senza correre il rischio di subire sanzioni disciplinari o altre misure di ritorsione.

Leggi e normative sono indispensabili per garantire i diritti degli uomini. Ma, innanzitutto, il rispetto della propria vita sia lavorativa, sia personale, inizia dalla consapevole volontà del singolo. L’introduzione massiva di strumenti digitali ha creato la cultura della reperibilità continua 24 ore su 24 che, per continuare ad essere considerato un vantaggio della tecnologia, deve rimanere una possibilità e non una costanza, non un nuovo stile di vita.

 

(nota) Si tratta dell’ultimo contratto stipulato nel comparto “Istruzione e Ricerca”. L’Atto di indirizzo per il rinnovo del contratto 2019-2021 è stato pubblicato da parte del Ministro della Pubblica Amministrazione Il 10 maggio 2022.

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Giulia Cattoni

Faccio quello che faccio da sempre: scrivo. Uso la scrittura per dare forma a pensieri e idee. Da piccola consumavo pagine e pagine per descrivere le mie avventure quotidiane sul diario, oggi uso il linguaggio per creare testi efficaci, contenuti digitali, e organizzarne la gestione. Mi piace trovare le parole giuste, mettere ordine ai testi e renderli chiari, e creare contenuti accessibili, piacevoli e utili. Faccio parte del team di Education Marketing Italia dal 2016: ho iniziato come autrice del blog e negli anni ho ampliato i miei ruoli. Oltre alla produzione e gestione dei nostri contenuti, affianco i miei colleghi nella gestione degli open day e nelle attività di design thinking. Dal 2023 mi occupo in prima linea della cura del nostro brand: dalle mie mani passano piani editoriali, articoli, post, newsletter, webinar e la strategia che li tiene insieme. Mi sono laureata in Comunicazione con una tesi sull'uso della lingua per l'infanzia, ho frequentato corsi sulla didattica emozionale e sulla robotica educativa. Sono stata istruttrice di pallavolo nel settore giovanile comasco.

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