Quanto si sentono legati gli studenti alle loro università? Uno sguardo al nuovo Connected Student Report

Tante le riflessioni che possiamo trarre dalla 3° edizione del Connected Student Report di Salesforce, un documento che racconta i trend dell’istruzione superiore a livello globale.

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Ormai ne siamo consapevoli: a livello globale, gli eventi degli ultimi tre anni hanno cambiato il modo in cui gli studenti apprendono e il modo in cui operano gli istituti di istruzione superiore. Il panorama dell’istruzione si è trasformato radicalmente e, dirigendoci verso un mondo post-pandemico, le istituzioni hanno l’opportunità di essere pronte per il futuro basandosi sui punti di forza esistenti e connettendosi con gli studenti, il personale e la comunità più ampia in modi nuovi ed entusiasmanti.

Queste e tante altre le riflessioni che derivano dalla terza edizione del Connected Student Report di Salesforce, di cui forniamo qui la traduzione dei passaggi più rilevanti: un documento che fornisce diversi insight nei trend dell’istruzione superiore a livello globale grazie ad interviste e confronti con oltre 2.600 studenti e operatori di settore (nella tabella la provenienza degli intervistati).

Andiamo a vedere più nel dettaglio qualche punto rilevante di questo report!

 

Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno

Nell’edizione dello scorso anno del report, la quota di studenti che ha segnalato di avere avuto una scarsa esperienza universitaria aveva superato quelli che dichiaravano di aver avuto un’esperienza eccezionale (24% contro 17%), riflettendo le aspettative insoddisfatte di molti studenti. Ma all’inizio del nuovo anno accademico, questo sentimento sembra essere cambiato. Ora, il 34% degli studenti valuta la sua esperienza universitaria come molto buona o eccellente, mentre solo il 6% ritiene che sia stata negativa [figura sotto a sinistra]. Nel complesso, tre quarti degli studenti hanno un’esperienza universitaria positiva, il che rappresenta un notevole cambiamento rispetto all’inquietudine che molti studenti provavano un anno fa. Tuttavia, poiché gli studenti affrontano ancora molta incertezza, le istituzioni devono garantire che questa tendenza positiva continui. Vediamo quali sono i punti chiave per far sì che ciò accada!

 

Appartenere è la base per il successo

Molti studenti dichiarano che la loro percezione dell’esperienza accademica dipenda in gran parte dalle prime settimane trascorse in campus. Gli studenti che vivono una buona esperienza di onboarding sono 35 volte più inclini a vivere un’ottima esperienza universitaria complessiva: fornire un supporto valido e comunicare in modo soddisfacente con gli studenti nel periodo di onboarding può aiutarli a sentirsi parte integrante della comunità accademica fin da subito e migliorare la loro esperienza complessiva. Quando gli studenti hanno una scarsa esperienza di onboarding, solo il 2% riesce a vivere un’esperienza universitaria eccezionale; in confronto, il 70% di coloro che hanno avuto un’esperienza di integrazione molto buona o eccellente riferisce di avere un’ottima esperienza universitaria [figura sopra a destra].

Nella scelta di dove iscriversi, il 56% degli studenti ha selezionato la posizione come un fattore importante, seguito da prospettive di carriera future (47%), focus accademico (36%) e vita sociale (31%). Le classifiche relative alla posizione e alla vita sociale suggeriscono fortemente che gli studenti desiderano frequentare l’università di persona, sia vicino a casa che nella città di loro preferenza [figura sotto a sinistra]. I risultati del sondaggio indicano anche che l’esperienza di onboarding deve andare oltre la spiegazione dei dipartimenti accademici e degli altri servizi e provare a mettere in contatto gli studenti tra loro. Le università possono organizzare più eventi e opportunità di socializzazione durante questo processo, poiché gli studenti che si sono sentiti scollegati dalla loro istituzione hanno riportato principalmente il desiderio di poter partecipare maggiormente ad attività di questo tipo [figura sotto a destra].

 

E non dimentichiamo che chi ha vissuto un’esperienza positiva sarà decisamente più propenso a fornire un feedback positivo ed alimentare il passaparola con parenti, amici e conoscenti: i futuri sostenitori dell’istituto sono quelli che hanno avuto un’esperienza di onboarding positiva, un’ottima esperienza complessiva e sono orgogliosi di far parte dell’università [figura sotto a sinistra].

 

Supporto olistico dall’application fino alla laurea

Sempre più attenzione è da porre sul benessere degli studenti, in una visione olistica che consideri lo studente a 360°: non siamo nuovi a notizie di cronaca da cui traspare a volte un grosso disagio degli studenti che non reggono la pressione dello studio e delle aspettative. Gli studenti, infatti, dichiarano di sentire la necessità di maggiore aiuto a bilanciare gli studi con la vita professionale/personale (40%), di supporto economico (40%) e di ulteriori risorse per il benessere psicologico ed emotivo (36%) [figura sopra a destra].

Gli studenti in tutto il mondo affermano che gli eventi sociali in presenza – più delle lezioni – li aiutano a sentirsi parte dell’università, a connettersi con i loro compagni. Gli studenti che vivono una grande esperienza universitaria sono quelli più propensi a segnalare di aver avuto il supporto necessario per avere successo accademicamente rispetto agli studenti che avevano una cattiva esperienza (78% contro 23%).

 

Preparazione per il futuro del lavoro

Una cosa è certa: gli studenti desiderano avere maggiori connessioni tra la carriera lavorativa e il percorso formativo scelto. Quasi la metà (47%) degli studenti ha dichiarato di aver scelto la propria università in base alle prospettive di lavoro, ma solo l’11% si sentiva molto preparato per il lavoro mentre il 57% degli studenti ha dichiarato che la loro università li ha preparati “molto male,” “poco,” o solo “moderatamente” per il mondo del lavoro [figura sotto a sinistra].

 

Ma di cosa sentono il bisogno nello specifico? il 40% degli studenti intervistati afferma di aver bisogno che le università offrano workshop specifici per il lavoro al fine di sviluppare la loro carriera. Desiderano anche legami più forti con il mondo delle aziende (38%) e comunicazioni su misura con proposte di lavoro adatte agli studenti (21%) [figura sopra a destra].

Gli studenti che si sentono ben preparati sono quattro volte più propensi a vivere un’ottima esperienza universitaria. Da segnalare che quasi la metà degli studenti intervistati (49%) pianifica di continuare a imparare attraverso un’istituzione di istruzione superiore dopo la laurea.

 

Flessibilità e diversità sono importanti

Altri temi cari alle nuove generazioni di studenti sono la flessibilità e l’inclusione.

Per quanto riguarda il primo aspetto, gli studenti che sono soddisfatti della loro esperienza universitaria hanno dichiarato di avere un facile accesso online a dati e risorse (86% grande esperienza contro 49% cattiva esperienza), servizi disponibili tramite dispositivi mobili (82% contro 61%), esperienze digitali positive (81% contro 36%), accesso a piattaforme di condivisione (80% contro 57%), ed esperienze personalizzate adatte alle loro esigenze (60% contro 11%). Più della metà (57%) del personale prevede un aumento dell’apprendimento flessibile in futuro. Sicuramente, è da notare che la tecnologia ha anche permesso un nuovo approccio per coinvolgere gli alumni (gli ex studenti) con un maggior numero di eventi ibridi o online che permettono maggiormente di poter seguire e apprendere nel tempo e proseguire la connessione con l’università anche dopo la fine degli studi.

Sul secondo aspetto – l’inclusione -, gli studenti classificano la diversità e, appunto, l’inclusione tra i primi tre valori da rispettare nelle università (26%), insieme con il rispetto della “promessa” di eccellenza accademica e di attenzione al benessere. Inoltre, quasi una su cinque (17%) delle istituzioni ha dichiarato di pianificare l’assunzione di un direttore della diversità o equivalente.

 

Cosa abbiamo imparato?

Le università hanno un’incredibile opportunità per valorizzare i propri punti di forza e al tempo stesso fare di più per il futuro dell’istruzione. Gettare nuove basi per solide relazioni tra studenti e istituzione – basate sulla compassione, l’empatia e la fiducia – sembra essere un passaggio necessario e molto sentito da parte degli studenti: i risultati del sondaggio mostrano che gli studenti desiderano sentirsi parte del campus, che vogliono continuare ad apprendere anche terminati gli studi e che si aspettano che la loro università si preoccupi del loro benessere.

Le istituzioni possono soddisfare meglio queste esigenze dando priorità all’esperienza di onboarding, espandendo il supporto e i servizi per la carriera e fornendo risorse a cui gli studenti possono accedere anche dopo la laurea.

In conclusione, gli studenti che hanno la percezione di vivere un’esperienza universitaria su misura sono più propensi a vivere un’ottima esperienza e sono proprio questi studenti che diventano orgogliosi alumni e appassionati sostenitori della loro università.

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Valeria Alinei

Professionista nel campo del Marketing e della Comunicazione. Grazie ad un background accademico internazionale, ha svolto ricerche in merito all’applicazione del marketing al settore dell’istruzione, a partire dal lavoro di Tesi magistrale dal titolo “Higher Education Marketing a supporto dell’internazionalizzazione delle Università”, che le è valso una Menzione Speciale da parte dell’AICUN - Associazione Italiana Comunicatori d’Università. Ha collaborato con l’Ufficio Marketing dell’Università Cattolica di Milano ed è - dal 2016 - una firma stabile del blog di Education Marketing Italia. Nel dicembre 2019 ha pubblicato con la McGraw-Hill il suo primo libro dal titolo "Education marketing. Strategie e strumenti per comunicare il valore nel mondo dell'istruzione".

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