Metaversi e “miniversi”: un salto nel futuro dell’istruzione?

Il metaverso è un tema caldo nel mondo dell’innovazione ma sembra ancora distante anni luce da possibili applicazioni concrete e significative, in particolare nel mondo dell’istruzione. È così?

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La scorsa settimana abbiamo partecipato ad uno degli eventi più attesi dell’anno in ambito marketing ed innovazione, il WMF – We Make Future di Rimini: un’occasione per tantissime realtà, start up, aziende e organizzazioni per raccontarsi, confrontarsi e apprendere, gettando un occhio al futuro.

Tantissimi gli spunti per il settore education: tra intelligenza artificiale, uomini volanti, macchine del futuro e una miriade di applicazioni e tecnologie interessanti per la didattica e la vita scolastica, oggi vi vogliamo parlare di uno dei temi più caldi (e probabilmente controversi) di questo periodo, il metaverso.

Per farlo, ci siamo fermati a scambiare due chiacchiere con Antonio Monaco, CEO & Founder di GAV Projects che al WMF ha presentato la sua idea di metaverso – il “miniverso”, un’applicazione ben più interessante e potenzialmente “vicina” anche al mondo della didattica, delle scuole e delle università.

 

Che cos’è il metaverso?

Il metaverso è un concetto che si riferisce ad un universo virtuale tridimensionale e immersivo, abitato da utenti che interagiscono tra loro e con l’ambiente circostante attraverso avatar o rappresentazioni digitali di se stessi: è considerato un’estensione dell’attuale Internet – entrando nell’era del web 3.0 – , ma con una componente spaziale più avanzata. L’idea del metaverso è stata resa famosa da aziende come Facebook, che hanno espresso l’intenzione di creare e sviluppare un metaverso accessibile a tutti. Tuttavia, attualmente il metaverso è ancora in fase di sviluppo e non esiste un’unica definizione o implementazione universale, per cui stiamo assistendo alla nascita di diversi “metaversi”: alcuni lo immaginano come un luogo condiviso in cui le persone possono socializzare e lavorare insieme, mentre altri lo vedono come un’esperienza di realtà virtuale completamente immersiva.

 

Che cosa si intende invece per “miniverso”?

Se il metaverso può essere, in questa accezione, considerato come un’evoluzione dei social network, un “miniverso” – come quello ideato dai ragazzi di GAV Projects – può essere considerato il futuro dei siti web. Si tratta infatti di un vero e proprio sito web immersivo, in cui prende forma un ambiente personalizzato (può prendere la forma di un auditorium, di un’aula virtuale, ma anche di una foresta o di una navicella spaziale) in cui gli utenti possono muoversi ed interagire sotto forma di avatar e vivere le diverse esperienze implementate all’interno dello spazio (ad esempio, integrazione di realtà aumentata e realtà virtuale, possibilità di ospitare eventi e conferenze virtuali, etc.). Il tutto senza perdere i vantaggi di un sito web tradizionale, da cui poter analizzare dati e da poter indicizzare sui motori di ricerca.

 

Quali sono le possibili applicazioni nel settore dell’istruzione?

In questa accezione, possiamo immaginare diverse applicazioni nel settore dell’istruzione: anche le scuole e le università possono prendere in considerazione di creare un proprio “miniverso” in cui poter ideare, progettare e implementare nuove modalità di apprendimento e interazione per gli studenti. Vediamo alcune possibili applicazioni:

  1. Esperienze immersive: gli studenti possono partecipare a esperienze di apprendimento immersivo. Ad esempio, possono visitare virtualmente luoghi storici, esplorare il sistema solare, viaggiare nel tempo o interagire con oggetti e creature virtuali, offrendo un apprendimento coinvolgente e interattivo.
  2. Collaborazione e apprendimento sociale: un ambiente virtuale condiviso può facilitare la collaborazione tra studenti e insegnanti. Gli studenti possono lavorare insieme su progetti, partecipare a discussioni e simulazioni, incoraggiando l’apprendimento sociale e l’interazione tra pari, anche a distanza.
  3. Laboratori virtuali: immaginiamo laboratori virtuali in cui gli studenti possono condurre esperimenti e simulazioni in un ambiente sicuro e controllato. Ad esempio, gli studenti di chimica possono manipolare molecole virtuali, i futuri medici possono praticare interventi chirurgici virtuali e gli studenti di ingegneria possono costruire prototipi virtuali.
  4. Accesso all’istruzione: per una scuola o un’università, un “miniverso” può contribuire a superare le barriere geografiche e socioeconomiche nell’accesso all’istruzione. Gli studenti che vivono in aree remote o con risorse limitate possono accedere a un’ampia gamma di risorse educative e interagire con insegnanti e studenti da tutto il mondo, aprendo nuove opportunità di apprendimento.
  5. Formazione degli insegnanti: questi spazi possono essere utilizzati anche per la formazione degli insegnanti, offrendo ambienti di apprendimento simulati in cui possono sperimentare diverse strategie di insegnamento, gestire situazioni complesse e migliorare le loro competenze pedagogiche.
  6. Personalizzazione dell’apprendimento: gli studenti possono avere percorsi di apprendimento personalizzati in base alle loro esigenze e preferenze. Possono seguire lezioni, esercizi e attività in un ambiente adattato alle loro capacità e stili di apprendimento, migliorando così l’efficacia dell’apprendimento individuale.
  7. Eventi, conferenze e open day: questi ambienti possono essere adatti all’organizzazione di fiere virtuali, incontri, congressi e momenti di confronto in quanto rendono possibile l’interazione tra utenti in un modo sicuramente più coinvolgente ed interattivo di una videocall.

Queste sono solo alcune delle possibili applicazioni di questa nuova accezione di metaverso nel mondo dell’istruzione. Con il continuo sviluppo della tecnologia è sempre più probabile che emergano ulteriori opportunità che potrebbero trasformare radicalmente l’esperienza di apprendimento. Che cosa ne pensate?

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Valeria Alinei

Professionista nel campo del Marketing e della Comunicazione. Grazie ad un background accademico internazionale, ha svolto ricerche in merito all’applicazione del marketing al settore dell’istruzione, a partire dal lavoro di Tesi magistrale dal titolo “Higher Education Marketing a supporto dell’internazionalizzazione delle Università”, che le è valso una Menzione Speciale da parte dell’AICUN - Associazione Italiana Comunicatori d’Università. Ha collaborato con l’Ufficio Marketing dell’Università Cattolica di Milano ed è - dal 2016 - una firma stabile del blog di Education Marketing Italia. Nel dicembre 2019 ha pubblicato con la McGraw-Hill il suo primo libro dal titolo "Education marketing. Strategie e strumenti per comunicare il valore nel mondo dell'istruzione".

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