Reputazione scolastica: 6 attività per migliorarla

Un sondaggio statunitense ha elaborato i 6 principi che assicurano il successo di una scuola. Vediamo se sono validi anche nel nostro Paese, e cosa ne pensano gli insegnanti

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Cos’è che trasforma una scuola in una “buona” scuola? La reputazione di un istituto scolastico sicuramente incide non poco nella scelta effettuata da alunni e genitori al momento dell’iscrizione. Ma come si forma una buona reputazione?

Un recente sondaggio condotto da Gallup, (società di analisi e consulenza negli USA), ha evidenziato le 6 caratteristiche che rendono una scuola “migliore”, analizzando le scuole con maggiore successo negli Stati Uniti.

La sorpresa riguarda il fatto che tutte le raccomandazioni ruotano intorno al ruolo dei docenti e dei dirigenti scolastici.

 

Le 6 raccomandazioni da seguire

Il sondaggio Gallup, ha raccolto le analisi dei presidi degli istituti statunitensi, per avere una scuola di successo. Nessuna ha a che fare con le infrastrutture o i servizi (come si potrebbe pensare immaginando le scuole negli Stati Uniti), ma riguardano, essenzialmente, il lavoro degli insegnanti e dei dirigenti scolastici stessi:

  1. Identifica le persone giuste per ricoprire il ruolo di preside, alcuni hanno un talento naturale nella gestione. Nelle valutazioni mostrate da Gallup, un dirigente scolastico con buona capacità di gestione, ha una probabilità doppia di generare maggiore coinvolgimento nei dipendenti.
  2. Concentrati sui punti di forza degli insegnanti, conoscere nel dettaglio le caratteristiche e le competenze dei membri del proprio team, permette loro di essere motivati e disposti a dare il meglio ogni giorno.
  3. Crea una cultura del riconoscimento, sia nel personale che negli alunni. Riconosci, elogia e premia il buon lavoro, ciò porterà a maggiori interazioni, di cui la scuola si agevolerà.
  4. Misura il coinvolgimento degli insegnanti, avere dei dati in mano può rappresentare un trampolino di lancio per dimostrare la buona strada che si sta percorrendo e incentivare a continuare.
  5. Non fare tutto da solo, il dirigente scolastico deve essere la figura che incoraggia al dialogo per costruire un ambiente di lavoro con un buon clima, nel quale si collabora nello svolgimento di attività diverse.
  6. Portare avanti uno sforzo continuo, costruire un’ottima scuola richiede un lavoro continuo da portare avanti nel tempo, mattoncino dopo mattoncino, con la partecipazione di insegnanti, dirigenti, personale, alunni e genitori.

 

Parola chiave: coinvolgimento

Il coinvolgimento risulta essere un elemento imprescindibile nella realizzazione di una scuola di successo. Esso, infatti, apporta notevoli vantaggi dal punto di vista lavorativo. Gli insegnanti motivati e coinvolti nell’ambiente di lavoro, presentano un minor tasso di assenteismo, minore necessità di turn over (in quanto meno propensi al cambio del posto di lavoro), e di conseguenza comportano minori costi per il datore di lavoro. Non solo, un docente coinvolto, saprà, a sua volta, coinvolgere maggiormente con il proprio entusiasmo gli studenti, accompagnandoli verso risultati migliori.

 

Una buona scuola è fatta da un buon insegnamento

Mettersi in gioco e condividere le proprie esperienze di formazione, sembra essere un punto di partenza importante al fine di avere una scuola che possa essere considerata di successo.  Anche i progetti internazionali mirano ad una rete di dialogo fra insegnanti, per offrire opportunità di confronto e formazione continua.

I principali esempi di incentivi alla collaborazione e alla condivisione di progetti scolastici, sono, a nostro avviso: il Global Teaching Insight di OECD, che evidenzia un resoconto dei metodi didattici di 8 diversi paesi, basandosi sull’osservazione delle lezioni tramite video, dei materiali e della misurazione dei risultati cognitivi e non cognitivi degli studenti; il rapporto del World Economic Forum, che consiglia i nuovi modelli scolastici da seguire nell’epoca della Quarta Rivoluzione Industriale come si legge nel titolo del programma, (approfondisci con Le 10 competenze di Perrenoud per essere un buon insegnante).

 

Cosa ne pensano gli insegnanti italiani?

Il rapporto del Censis 2023, ha evidenziato chiaramente un risultato che forse non ci si aspettava: il 96% dei docenti in Italia afferma di essere soddisfatto o molto soddisfatto della propria occupazione, anche se non sentono riconosciuto il proprio merito a livello sociale e retributivo. “Un docente della scuola secondaria superiore guadagna il 26% in meno di un lavoratore a tempo pieno con istruzione terziaria (nella media Ue solo il 6% in meno): l’Italia si colloca al penultimo posto, davanti solo all’Ungheria. Eppure, la motivazione rimane alta: il 95,9% dei docenti si dice soddisfatto del proprio lavoro”, si legge nel rapporto Censis.

È un dato che fa riflettere, alla luce delle numerose polemiche sulla difficoltà di ottenere un posto in una scuola italiana, le graduatorie infinite, i difficili concorsi, e una normativa in continua evoluzione, che cambia le carte in tavola per i docenti troppo spesso. Nonostante ciò, gli insegnanti italiani avvertono la professione come una vocazione, sono dunque motivati e positivi. Probabilmente possiamo ricorrere al concetto di “salario invisibile”, per fornire una spiegazione alla riflessione: il lavoro del docente offre una serie di fattori intangibili che rendono appetibile il ruolo, creando soddisfazione nei singoli.

Lo studio condotto sugli insegnanti americani, ha evidenziato un panorama diverso: è emerso che solo il 31% si sente coinvolto nel lavoro, cioè meno di 1 insegnante su 3. Il 56% del corpo docente statunitense ammette di dedicare tempo al lavoro, ma di non sentirsi coinvolto e di non avere passione. Il 13% risulta totalmente disimpegnato e infelice del posto di lavoro.

 

Quali sono le migliori scuole in Italia?

La decima edizione di Eduscopio (portale della fondazione Agnelli), ha evidenziato le migliori scuole sul territorio italiano nel 2023. I dati sono stati raccolti dal 2017 al 2020, su un campione di 1.326.000 diplomati di 7850 diverse scuole, attraverso la valutazione dei risultati riportati dai diplomati all’università (esiti degli esami, media dei voti di esame), e nel mondo del lavoro (occupazione e coerenza della stessa con il titolo di studio di scuola superiore conseguito).

La migliore scuola è risultata essere il liceo scientifico scienze applicate Nervi-Ferrari di Morbegno (provincia di Sondrio).

A Milano, sul podio troviamo il liceo classico Giulio Casiraghi, tra gli istituti tecnici il Primo Levi; a Roma al primo posto si piazza il liceo classico Ennio Quirino Visconti, e tra gli istituti tecnici il Croce-Aleramo (approfondisci il tema del panorama delle scuole in Italia con Scuola post diploma: è il momento degli ITS).

 

Un premio per il miglior insegnante degli USA

Lo studio condotto sugli insegnanti americani, ha evidenziato un panorama diverso: è emerso che solo il 31% si sente coinvolto nel lavoro, cioè meno di 1 insegnante su 3. Il 56% del corpo docente statunitense ammette di dedicare tempo al lavoro, ma di non sentirsi coinvolto e di non avere passione. Il 13% risulta totalmente disimpegnato e infelice del posto di lavoro.

Negli Stati Uniti, per essere abilitato al ruolo di docente, è necessario conseguire una bachelor’s degree (corrispondente ad una laurea triennale secondo il nostro sistema universitario). Successivamente, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento, si consegue un Master di 18 mesi, e, nel corso del tempo, si possono ottenere svariate certificazioni che consentono di migliorare il proprio livello retributivo.

Per motivare gli insegnanti al continuo aggiornamento dei propri studi e delle competenze personali, e incentivare alla diffusione di metodologie didattiche innovative, viene istituito un premio annuale, il National Teacher of the year, consegnato dal 1952 presso la Casa Bianca.

La nomina arriva su segnalazione di studenti, genitori e presidi, che eleggono un insegnante per singolo stato. Dopodiché, si arriva ad una scrematura di quattro candidati nazionali, tra i quali viene eletto il vincitore, che per 1 anno avrà un permesso retribuito dal lavoro, per dedicarsi alla diffusione del proprio metodo di lavoro premiato.

I parametri di base per valutare un docente sono la capacità di coinvolgimento degli alunni, il rispetto nei confronti dei colleghi, degli studenti e dei genitori, l’impegno profuso nell’adempimento delle attività di insegnamento e in attività sociali.

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Ilenia Valleriani

Ho conseguito con lode la laurea specialistica in Comunicazione d’Impresa, successivamente alla laurea triennale in Scienze della Comunicazione, presso l’Università La Sapienza di Roma. Insegnante nella scuola superiore di secondo grado, dal 2017 ho iniziato l’attività di content writer, in particolare sui temi del marketing e della comunicazione, per seguire la passione che coltivo sin da bambina: la scrittura. Da luglio 2021 collaboro con il blog di Education Marketing Italia.

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