Imparare a comunicare a distanza

La capacità di calibrare il giusto “tono di voce” a seconda del mezzo di comunicazione usato più essere la chiave di svolta per il successo

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Comunicazione. È la parola chiave a cui fare riferimento, è l’abilità di far crescere e potenziare in questa nuova era iniziata con l’emergenza Covid.

Si comunica quando si parla, quando ci si muove, quando ci si veste, quando si balla e anche quando si sta zitti fermi e immobili. Ogni azione compiuta dal nostro corpo, ogni espressione del nostro viso è portatrice di significato. Di cosa ci siamo accorti quando siamo stati costretti a restare nelle nostre case? Come cambiano i nostri rapporti in tempi in cui il lavoro a distanza sta diventando sempre più parte delle nostre quotidianità?

 

 

Abbiamo compreso l’importanza del digitale come mezzo per favorire le relazioni ed abbiamo quindi imparato a conoscere nuovi strumenti poco o addirittura mai utilizzati in precedenza. Tuttavia, abbiamo ben presto constatato come la distanza sociale e l’assenza fisica delle persone possono facilmente causare gap comunicativi.

Torniamo al verbo “comunicare”: vuol dire far arrivare un messaggio ad un destinatario. Nel nostro caso, “comunicare” significa far capire le proprie opinioni, intenzioni e i propri obiettivi in modo chiaro, diretto e appropriato a seconda del mezzo utilizzato e del contesto di riferimento.

Tendenzialmente, siamo portati a percepire facilmente i diversi contesti e modificare di conseguenza i nostri atteggiamenti e le nostre parole, ma abbiamo più difficoltà a calibrare la comunicazione a seconda dei mezzi che utilizziamo. In altre parole: capisco facilmente che è necessario cambiare stile di comunicazione a seconda che io mi rivolga ad un collega durante una riunione, a un figlio che fa i capricci, oppure a un anziano con difficoltà di udito. Ma faccio più fatica a distinguere l’approccio e il mio tono di voce a seconda che io scriva una mail, un verbale, una slide o un discorso per un evento on line. Inoltre, l’azione risulta ancora più difficoltosa se il mezzo che veicola il messaggio è poco conosciuto. E questo è quello che è successo negli ultimi mesi.

 

L’EMERGENZA COVID HA PORTATO L’USO DI NUOVI STRUMENTI DI LAVORO

L’emergenza COVID-19 ci ha naturalmente portati ad aumentare l’adozione di software per permettere il lavoro a distanza, tra cui software per permettere o potenziare lo scambio di informazioni: da Skype a Zoom per le videochiamate, a Google Drive e Dropbox per la condivisione di documenti, a Powerpoint e PowToon per la produzione di materiali a supporto. È un fatto che ha fatto emergere in ogni ambito la necessità di essere capaci di calibrare il giusto “tono di voce”.

Adottare un tono di voce differente significa quindi calibrare il linguaggio a seconda del destinatario del mezzo e del contesto sociale  in cui ci troviamo ponendo quindi attenzione non sono a cosa diciamo, ma anche a come lo diciamo.

 

PIÙ ACCURATE LE RISPOSTE, PIÙ PROBABILITÀ DI SUCCESSO

Chi è il tuo pubblico? Chi sono i destinatari dei tuoi messaggi? Quali sono i mezzi che utilizzi tutti i giorni e quali peculiarità hanno? Questi sono interrogativi da porsi all’inizio di ogni comunicazione: più accurate e dettagliate saranno le tue risposte, più probabilità avrai di raggiungere il tuo scopo.

Sia che si parli del mondo del lavoro, della scuola, dell’attivismo politico o dell’associazionismo, l’aspetto legato alla comunicazione è molto più ampio e risulta maggiormente incisivo rispetto al passato: anche gli studiosi del World Economic Forum segnalano la Comunicazione come abilità più preziosa e indispensabile per fronteggiare la crisi, insieme a qualità come il pensiero analitico, la capacità di problem solving e la capacità di applicare una buona leadership (link nostro articolo).

È chiaro dunque che durante la fase emergenziale, infatti, le realtà al cui interno erano presenti sistemi e competenze di comunicazione sono state capaci di muoversi prima e meglio. Questo non vuol dire sia stato facile: “la complessità nella gestione dei flussi di comunicazione richiede l’integrazione di tutti gli strumenti disponibili, come relazioni pubbliche, advertising tradizionale e non convenzionale, comunicazione interna, marketing ma anche empatia” riporta IULM nel rapporto dell’Osservatorio sulla comunicazione pubblica dell’Università Iulm sulla gestione del coronavirus.

Il primo passo verso una maggiore comprensione degli intricati meccanismi di questa scienza è cambiare approccio, atteggiamento e cominciare a cimentarsi di persona in questi temi stimolando un approccio critico e ponendosi una domanda in più.

 

 

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Giulia Cattoni

Faccio quello che faccio da sempre: scrivo. Uso la scrittura per dare forma a pensieri e idee. Da piccola consumavo pagine e pagine per descrivere le mie avventure quotidiane sul diario, oggi uso il linguaggio per creare testi efficaci, contenuti digitali, e organizzarne la gestione. Mi piace trovare le parole giuste, mettere ordine ai testi e renderli chiari, e creare contenuti accessibili, piacevoli e utili. Faccio parte del team di Education Marketing Italia dal 2016: ho iniziato come autrice del blog e negli anni ho ampliato i miei ruoli. Oltre alla produzione e gestione dei nostri contenuti, affianco i miei colleghi nella gestione degli open day e nelle attività di design thinking. Dal 2023 mi occupo in prima linea della cura del nostro brand: dalle mie mani passano piani editoriali, articoli, post, newsletter, webinar e la strategia che li tiene insieme. Mi sono laureata in Comunicazione con una tesi sull'uso della lingua per l'infanzia, ho frequentato corsi sulla didattica emozionale e sulla robotica educativa. Sono stata istruttrice di pallavolo nel settore giovanile comasco.

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