Strategie per l’emergenza educativa: Educability, un evento per docenti e dirigenti

Obiettivo: capire a che punto si è nei processi educativi, quali sono i nodi principali di criticità e come risolverli al meglio. Educability è a Roma, Bari e Milano.

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Dall’anno scorso è arrivato nel mondo scuola un nuovo evento: un’occasione di formazione di alta qualità per tutti i docenti che continuano a far del loro lavoro uno dei canali educativi per eccellenza.

Si tratta di EducAbility, un evento di formazione per docenti e dirigenti erogato dal Gruppo Editoriale ELI in qualità di soggetto accreditato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con Life Strategies e in partnership con Franklin Covey Education Italy.

Le porte si sono aperte a Roma il 10 novembre ma sono previste altre due tappe sul territorio italiano: Bari il 24 novembre e Milano il 1° dicembre.

EducAbility è quest’anno alla sua seconda edizione ed è diventato un evento nazionale di riferimento per chi lavora nella scuola ed è interessato ad una formazione di qualità, concreta e stimolante.
Sarà l’occasione per vivere un’intera giornata in cui parlare di scuola, educazione, genitorialità, tutti aspetti che coinvolgono il docente nella sua professione e nella sua intera persona.

Durante la giornata saranno presenti relatori di grande spessore: Paolo Crepet, Anna Oliverio Ferraris, Diego Ingrassia e Raffaele Ciambrone.

EducAbility diventa così un’occasione per portare un vento di riflessione, informazione e senso critico nella quotidianità scolastica che spesso è pervasa da routine, noia, bassa autostima, scarso coinvolgimento dei ragazzi e ancor peggio scarsa motivazione dei docenti.

 

Riflettere sui concetti di educazione, abilità e life skills

Come dice il nome stesso, Educability mette in collegamento due aspetti fondamentali del mondo scuola: educazione e abilità. Chiunque percorra la strada della crescita dei ragazzi ha a che fare inevitabilmente con la loro educazione e lo sviluppo delle loro abilità e competenze.

Ma ricordiamo bene il reale significato di educare? Proviene dal latino ex-ducere, che letteralmente significa “tirar fuori”. In ambito scolastico allude alla possibilità di guidare i ragazzi a “tirar fuori qualcosa da dentro”. Dunque, alla scuola il compito non solo di istruire attraverso la trasmissione di contenuti disciplinari, ma soprattutto di educare, cioè aiutare i ragazzi a tirar fuori il meglio da loro stessi.

Altra riflessione va alla parola abilità: non si parla più da tempo di abilità legate esclusivamente agli ambiti disciplinari, bensì si sente spesso nominare le life skills, ovvero le abilità di vita che aiuteranno i ragazzi soprattutto in prospettiva futura (Leggi Programmazione: perché inserire le Soft Skills). Abilità, inoltre, è da intendersi anche come l’insieme di tutte quelle azioni efficaci che può mettere in campo l’adulto per guidare i ragazzi nel loro percorso di crescita.

In questo senso, EducAbility, offre a tutti i docenti la possibilità di interrogarsi, capire a che punto si è nei processi educativi, quali sono i nodi principali di criticità e come scioglerli al meglio. Gli insegnanti, quali attori dell’educazione dei ragazzi a scuola, sono chiamati ad allenare il senso critico, a informarsi e formarsi, per essere i primi a saper fronteggiare l’emergenza educativa e attuare le strategie giuste.

 

L’edizione di Roma: dalla relazione scuola-famiglia alle life skills

A Roma, in questa edizione, sono intervenuti relatori che hanno ispirato la platea toccando temi “caldi” alla scuola, come ad esempio Paolo Crepet, che ha puntato il focus sulla relazione scuola-famiglia, puntando l’attenzione sul processo educativo dentro il quale vengono chiamati in causa docenti e genitori. È stato poi il momento di Anna Oliverio Ferraris, con la quale si è affrontato il tema dell’educazione a scuola con accento sul clima emotivo in classe e la relazione docente-alunno, fattori strettamente legati tra loro attraverso una proporzionale relazione tra autostima e apprendimento. Diego Ingrassia, invece, si è soffermato sul ruolo dell’insegnante, quale simbolo di autorevolezza e guida emotiva, suggerendo una formazione mirata al riconoscimento e alla lettura/gestione delle emozioni proprie e degli studenti. Infine, Raffaele Ciambrone, con cui si è aperta e conclusa la giornata, ha posto il focus sullo studente e ha approfondito la questione delle tanto nominate Life Skills, ovvero tutte quelle abilità trasversali che concorrono nella crescita personale dei ragazzi, legate alla motivazione e ai diversi stili di apprendimento.

 

Buone pratiche e buoni esempi come spinta verso il cambiamento

Quante volte avrete sentito parlare di docenti che vanno a scuola per “il posto fisso” alla Checco Zalone? È vero, ci sono. Per fortuna, però, ci sono anche tanti altri docenti che, nonostante le più svariate difficoltà che si incontrano oggi nell’educare e istruire le nuove generazioni, sono pronti al cambiamento, pronti a mettersi sempre in gioco, a cercare nuove strategie educativo-didattiche per sostenere i ragazzi nel loro percorso di istruzione, educazione e crescita personale. Non solo, spesso sono essi stessi trainanti e determinanti tanto da riuscire a scaturire effetto domino positivo, fatto di “disseminazione delle best practices” e stimolo al miglioramento professionale, personale e collettivo.

Con EducAbility si ha la possibilità di diventare più “abili” nell’educare le nuove generazioni e di collaborare con altri partner del settore per mettere le basi ad un reale lavoro di squadra.

Personalmente, penso che vivendo una giornata EducAbility si possa torna a casa rigenerati, con la voglia di entrare in classe il giorno dopo con una visione di scuola e di insegnamento più allettante e stimolante, arricchita dai tanti spunti di ispirazione ricevuti. Lavorare sull’autostima degli studenti, mettersi in ascolto dei loro cuori per poi connettersi alle loro menti, cercare una relazione di stima e fiducia reciproca: queste alcune delle sfide educative su cui investire per portare i nostri ragazzi a “considerare lo studio non come un dovere, ma un’invidiabile opportunità”, come sosteneva Albert Einstein.

A noi la chiave del cambiamento e, come Tom Peters diceva che “il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno”, dietro quella porta ci siamo noi: i docenti. A noi la scelta!

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Valentina Bellini

Mi sono laureata in Scienze della formazione Primaria con la prima tesi nel 2003 sulla didattica della lingua italiana e la seconda tesi nel 2007 sulla Media Education. Ho frequentato corsi di formazione sulla didattica della lingua inglese e approfondito percorsi inerenti lo sviluppo delle abilità di leadership personale e professionale. Mi muove la volontà di raggiungere competenze valide per un efficace lavoro di squadra e al passo con i tempi educativi, incentrati soprattutto sulle tanto nominate soft skills e life skills. Lavoro con orgoglio e soddisfazione da vent’anni in un Istituto Comprensivo della Puglia e continuo a dedicare tempo alla formazione dei docenti per la valorizzazione delle best practices nella scuola.

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