Intervista a Michele Penna, responsabile orientamento IAAD

"Un compito fondamentale per chi si occupa di orientamento è riuscire a incuriosire gli studenti, non solo fornire le informazioni relative all’offerta formativa e alla metodologia didattica"

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Continuiamo la nostra serie di interviste con professionisti della comunicazione e del marketing nel mondo dell’Education (clicca QUI per leggere le precedenti), entrando quest’oggi nella prestigiosa sede dello IAAD – Istituto d’Arte Applicata e Design – per fare due chiacchiere con Michele Penna, coordinatore dell’Ufficio Orientamento e Student Recruitment Manager.

 

 

Education Marketing Italia (EMI): Ciao Michele, grazie per la tua disponibilità! Qual è stato il tuo percorso per arrivare a ricoprire il tuo ruolo in IAAD?

Michele Penna (MP): Come spesso accade nella vita, oltre ad avere le competenze necessarie capita di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Inizialmente (parliamo di ormai 12 anni fa) ho inoltrato una mia candidatura rispondendo a un annuncio di lavoro.
In fase di colloquio ho scoperto quale fosse la figura che IAAD stesse cercando per ampliare il proprio staff.
Durante il mio primo anno mi sono occupato di pubbliche relazioni/ufficio stampa seguendo i progetti IAAD direttamente collegati all’evento Turin World Design Capital 2008. Successivamente ho iniziato a collaborare con l’ufficio orientamento gestendo i colloqui individuali con gli studenti e occupandomi degli aspetti relativi alla fase di candidatura – selezione – immatricolazione.

EMI: Ci puoi raccontare qualche strategia che IAAD ha messo in campo o intende implementare per il futuro nel campo dell’orientamento?

MP: L’aspetto qualitativo della proposta formativa IAAD resta un valore fondamentale. La scelta di mantenere il numero chiuso (30 posti disponibili per aula) è una peculiarità che continuerà a rappresentare un elemento imprescindibile nel prossimo futuro per potere garantire agli studenti un apprendimento tecnico pratico costante e strettamente connesso con il mondo del lavoro già durante
il percorso di studi triennale. In un discorso più ampio, IAAD è impegnato costantemente in un monitoraggio del piano strategico di comunicazione messo in atto con una implementazione nell’utilizzo degli strumenti di digital marketing, importanti per rafforzare il brand IAAD a livello nazionale e internazionale.

EMI: Tu che ti occupi di orientamento e sei a contatto con gli studenti, quali aspettative hanno oggi rispetto alla formazione in Design?

MP: Credo che l’obiettivo dell’orientamento sia non solo fornire tutte le informazioni relative all’offerta formativa, al modello universitario, alla metodologia didattica. Un compito fondamentale per chi si occupa di orientamento è riuscire a incuriosire gli studenti e soprattutto, a mio avviso, cercare di costruire una immagine del percorso di studi che sia utile, per una scelta consapevole nel lungo termine, quanto più possibile vicino alla realtà. Le aspettative sono spesso falsate e sono il frutto di una visione parziale del
contenuto del percorso che si andrà ad affrontare così come dell’ambito professionale futuro.
Tale visione, se non viene chiarita in partenza, rischia di aumentare il tasso di abbandono universitario al primo anno generando, conseguentemente, un senso di insoddisfazione e di frustrazione tra gli studenti che non si sentono più all’altezza delle loro stesse aspettative.

EMI: Qual è il futuro della formazione in Design e Moda in Italia?

MP: Sarebbe utile la sfera di cristallo per poter rispondere a questa domanda! Battute a parte, oggi l’offerta universitaria italiana è molto ampia in questo settore. I trend degli ultimi anni sono positivi per quanto riguarda le immatricolazioni. L’Italia è ancora una tra le mete più ambite da parte degli studenti stranieri interessati nel frequentare un percorso universitario nel settore design.
Gli studenti italiani, a loro volta, sono sempre più aperti a esperienze internazionali (workshop, internship, master post laurea) per perfezionare una lingua e per ampliare il loro bagaglio culturale e professionale. L’offerta formativa dovrebbe rispondere a queste richieste/esigenze, trovare soluzioni adeguate e mirate a valorizzare le competenze che gli studenti hanno acquisito durante il loro ciclo di studi.

EMI: Quali sono gli aspetti che reputi più interessanti e stimolanti del tuo lavoro in IAAD?

MP: Lavorare quotidianamente a stretto contatto con studenti che hanno un’età tra i 18 e i 25 anni è sicuramente molto stimolante.
Approfondire e conoscere il loro mondo, scoprire i loro interessi, le loro passioni rappresenta una fase molto importante per poterli aiutare nel fare una scelta consapevole per i loro studi universitari. Ogni lavoro ha “pro e contro”. Per quanto banale e scontata possa risultare questa affermazione, posso dire di avere trovato una dimensione lavorativa in un ambiente dinamico che mi permette di esprimere al meglio il mio potenziale mettendo in evidenza le capacità organizzative e relazionali.

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