Apprendimento significativo a scuola: qual è il ruolo delle tecnologie?

Favorire un apprendimento attivo e non meccanico è l’obiettivo della scuola odierna. Le tecnologie, seppur fondamentali, sono spesso utilizzate in modo errato

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La scuola spesso è accusata di dare eccessiva importanza ai successi ottenuti sul piano cognitivo dell’alunno, e scarsa importanza alla necessità di comunicare e di creare relazioni socio-affettive.

Nell’ambito dell’apprendimento la pedagogia moderna invita a promuovere l’aspetto relazionale e a favorire le esperienze del singolo, sviluppando una modalità di apprendimento significativo in classe.

Si tratta di un processo di apprendimento che considera sia la dimensione cognitiva che emotiva dello studente: l’allievo dovrebbe provare delle sensazioni positive durante lo studio e non, come spesso accade, sentirsi frustrato per un insuccesso. Alcuni ragazzi, vivono un modello di apprendimento disfunzionale, con tendenza ad imparare meccanicamente, cioè ad effettuare un alto sforzo cognitivo di memorizzazione. Nel caso in cui si incontrino delle difficoltà, si avverte una sensazione di disagio.

 

Cosa si intende per apprendimento significativo

Le indicazioni nazionali MIUR consigliano che “l’alunno sia attivamente impegnato nella costruzione del suo sapere e di un suo metodo di studio, sia sollecitato a riflettere su come e quanto impara, sia incoraggiato a esplicitare i suoi modi di comprendere, e a comunicare con i traguardi raggiunti. Ogni alunno va posto nelle condizioni di capire il compito assegnato e i traguardi da raggiungere, riconoscere le difficoltà e stimare le proprie abilità, imparando così a riflettere sui propri risultati, valutare i progressi compiuti, riconoscere i limiti e le sfide da affrontare, rendersi conto degli esiti delle proprie azioni e trarne considerazioni per migliorare”.

L’apprendimento significativo ha l’obiettivo di rendere autonomo l’alunno nei propri percorsi conoscitivi, portandolo a sviluppare la capacità di problem solving e del pensiero critico. L’apprendimento è visto come il frutto di una costruzione attiva da parte del soggetto, mettendo in relazione conoscenze nuove con quelle già possedute, in riferimento ad una situazione concreta. Ad esempio, con i bambini del primo ciclo d’istruzione, si può pensare di studiare gli animali in classe, per poi completare lo studio con un sopralluogo in una fattoria, per osservare gli animali nel loro ambiente naturale.

Un tale apprendimento dimostra il vantaggio di motivare gli alunni, che percepiscono rapidi progressi, e di favorire il clima collaborativo in classe, insegnando a lavorare in team e migliorando il rapporto con l’insegnante.

 

Le origini storiche

L’apprendimento significativo affonda le proprie radici negli studi dello psicologo americano David Ausubel, il quale ritiene che, all’interno dell’azione cognitiva dell’apprendimento, si possa utilizzare una metodologia definita significativa, che consente di non dimenticare ciò che viene appreso, perché gli studenti ne diventano essi stessi responsabili. L’apprendimento non deve avvenire per accumulo di informazioni, ma attraverso una costruzione di collegamenti tra concetti.

Si tratta di una tipologia di apprendimento che si oppone a quella meccanica tradizionale, ancora troppo spesso sfruttata nella scuola italiana. Il pedagogista Joseph Novak (ideatore dello studio attraverso l’utilizzo delle mappe concettuali), sottolinea che “l’apprendimento significativo si verifica quando chi apprende decide di mettere in relazione delle nuove informazioni con le conoscenze che già possiede […], l’apprendimento meccanico invece avviene quando chi apprende memorizza nuove informazioni senza collegarle alle conoscenze precedenti, o quando il materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze”.

 

Le caratteristiche dell’apprendimento significativo

Può essere descritto come una forma di apprendimento:

  • Attiva, perché richiede uno sforzo concreto nella costruzione della conoscenza, mediante la manipolazione di oggetti, l’osservazione e l’interpretazione dei risultati, rappresentando di fatto un “learning by doing”
  • Costruttiva, richiede di riflettere sulle proprie azioni che integrano vecchie e nuove conoscenze, evitando eventuali discrepanze del caso
  • Cooperativa, perché prevede la collaborazione, che avviene tramite il confronto, il dialogo e la negoziazione
  • Autentica, in quanto basata su reali problemi di vita al fine di favorire il coinvolgimento in contesti concreti
  • Intenzionale, considerando che l’insegnante deve adoperarsi per creare la motivazione verso lo studio, ma è l’alunno stesso che deve impegnarsi a proseguire autonomamente
  • Durevole, in quanto consente di fissare facilmente le conoscenze nella memoria
  • Generalizzabile, perché associabile ad altri contesti e situazioni
  • Funzionale, perché orientata ad agire in modo efficace rispetto al caso specifico

 

Come applicare in classe l’apprendimento significativo

Il ruolo dell’insegnante nell’indirizzare la lezione verso un apprendimento significativo è fondamentale. Bastano poche ma essenziali azioni da compiere:

  • Introdurre materiale stimolante
  • Svolgere esercizi di memorizzazione collegati ad esercizi pratici
  • Effettuare letture e relative domande sulla comprensione del testo
  • Stabilire delle connessioni tra i temi della lezione e la vita quotidiana dell’alunno
  • Incoraggiare a produrre idee ed ipotesi
  • Organizzare le conoscenze da apprendere in mappe concettuali
  • Stimolare al ragionamento deduttivo
  • Aiutare ad individuare le somiglianze tra contesto scolastico e quello culturale/sociale
  • Favorire la comprensione di concetti astratti piuttosto che la memorizzazione di dati
  • Fornire feedback orientativi

 

Come rendere le tecnologie un vero aiuto all’apprendimento significativo

Chi utilizza questi strumenti è obbligato a pensare in modo più profondo ai contenuti che sta apprendendo e sviluppare, di conseguenza, una sua maggiore comprensione, un apprendimento più stabile” specifica lo psicologo David Jonassen.

È frequente la convinzione che con le tecnologie si migliori l’apprendimento, in realtà non è proprio così. La didattica a distanza svolta in pandemia ha mostrato il limite degli strumenti tecnologici, che possono rendere passivo lo studente. Sono strumenti da considerare dei partner nell’apprendimento, e da utilizzare in modo consapevole da parte degli studenti.

Jonassen sottolinea che, chi apprende non impara dalle tecnologie in sé, ma pensando a cosa sta facendo, cioè utilizzandole come supporto al proprio processo di elaborazione del pensiero. Rappresentano un supporto all’apprendimento, e non uno strumento per visualizzare contenuti cognitivi improduttivi.

L’apprendimento non avviene direttamente dalle tecnologie, ma dal pensiero produttivo che possono generare, proprio come una “cassetta degli attrezzi”, facilitando il pensiero. Svolgono un ruolo essenziale nel costruire conoscenza e non riproduzione, creano conversazione e non ricezione passiva. Permettono di mettere in atto attività chiave come investigare, esplorare, comunicare, progettare, valutare (leggi anche La scuola italiana investe nell’innovazione: arriva l’animatore digitale).

Le dimensioni che caratterizzano le tecnologie nell’ambito scolastico sono diverse:

  • Dimensione causale, ha il fine di sviluppare il pensiero deduttivo, la capacità di previsione, la ricerca delle cause di un fenomeno. Utili a riguardo i software come SimQuest, o la metodologia WebQuest che stimola alla ricerca online, o ancora, programmi per la creazione di mappe concettuali
  • Dimensione analogica, realizza il trasferimento delle conoscenze in diversi contesti, e consente di produrne di nuove, ad esempio con l’utilizzo dei glossari online
  • Dimensione espressiva, permette di aiutare gli studenti ad esprimersi, attraverso la creazione di video, ipertesti, simulazioni
  • Dimensione esperienziale, realizza il coinvolgimento dell’alunno per recuperare le esperienze pregresse, costruendo delle narrazioni o effettuando ricerche di storie
  • Dimensione del problem solving, le tecnologie sono un ausilio nella risoluzione di problemi

Le tecnologie utilizzabili, (hardware e software), sono le più disparate: motore di ricerca, posta elettronica, Word, forum, blog, programmi per mappe concettuali e mentali, programmi per simulazioni, condivisione di documenti, ipertesto, lim, piattaforme di e-learning, e-book, podcast, social network.

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Ilenia Valleriani

Ho conseguito con lode la laurea specialistica in Comunicazione d’Impresa, successivamente alla laurea triennale in Scienze della Comunicazione, presso l’Università La Sapienza di Roma. Insegnante nella scuola superiore di secondo grado, dal 2017 ho iniziato l’attività di content writer, in particolare sui temi del marketing e della comunicazione, per seguire la passione che coltivo sin da bambina: la scrittura. Da luglio 2021 collaboro con il blog di Education Marketing Italia.

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